Internet ritenuto il mezzo più credibile, esplode l’uso dei social network
Cercare un lavoro o la strada da percorrere, prenotare un viaggio, fare acquisti, gestire il conto corrente: queste le principali attività degli italiani su internet, oltre naturalmente alla grande crescita dell’uso dei social network, la cui popolarità è “inarrestabile” secondo l’ultimo rapporto I media personali nell’era digitale, presentato a Roma dal Censis nei giorni scorsi.
Oltre due terzi degli italiani (67,8%) conoscono almeno un social network, quota che sale al 91,8% tra i giovani dai 14 ai 29 anni e frena invece bruscamente al 31,8% tra gli over 65: si tratta di 33,5 milioni di persone, in aumento rispetto ai 32,9 milioni di due anni fa.
Facebook è noto al 65,3% della popolazione, poi da YouTube (53%); questi sono i due siti più usati (YouTube più di Facebook). Seguono Messenger (41%), Skype (37,4%) e infine un altro social network, meno diffuso rispetto agli Stati Uniti, Twitter (21,3%).
Sul web gli abitanti del Belpaese sono molto attivi nella ricerca di strade e località (il 37,9% lo ha fatto almeno una volta nell’ultimo mese, molti di più nelle grandi città) grazie anche alla crescita del canale mobile (smartphone e tablet); ascoltare musica è la seconda attività preferita (26,5%) e poi l’home banking (22,5%). Seguono lo shopping (19,3%) e le prenotazioni di viaggi (18%). Effettua telefonate attraverso internet (Skype o altri servizi voip) il 10,1% degli italiani connessi)
Sul fronte della reputazione, la prima scelta degli italiani è internet: in una scala da 1 a 10, le informazioni sul web ottengono il giudizio di credibilità più alto: 6,55 (l’ultima è la televisione con 5,74).
Quanto alle formule di accesso ai contenuti online, questo deve essere gratuito secondo il 78,8% del campione (e l’87,2% dei giovani): ma il 25% ritiene giusto pagare una tariffa per i contenuti di qualità: in particolare, il 15,4% ritiene che i contenuti d’informazione a pagamento di qualità permetterebbero di non sottrarre risorse alla professionalità, mentre il 9,6% è consapevole che la libertà di espressione dipende anche dai bilanci sani degli editori.
Il report completo Censis/Ucsi sulla comunicazione, in preparazione, potrà essere acquistato previa registrazione al sito Censis.