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Check list su come utilizzare correttamente le newsletter

29 Lug

Estrapolo da marketingjournal una lista di consigli su come migliorare le newsletter:

1. Identificare il destinatario
L’azienda, per potere avere la certezza di stabilire sempre il contatto con il consumatore, deve conoscerne tutti gli account di posta e dargli la possibilità di modificare in maniera semplice e immediata i dati di iscrizione. Un terzo degli italiani possiede più di 3 account di posta, utilizzati per contattare il brand in occasioni differenti.

2. Creare email responsive
La struttura dell’email deve essere “responsive”, progettata cioè per permetterne la completa e agevole fruizione da tutti i dispositivi. L’Italia, infatti, segue il trend globale per cui l’accesso a internet avviene attraverso più dispositivi (computer, tablet, smartphone). Un’email difficile da leggere significa non solo impedire l’esperienza di acquisto, ma anche disaffezionare il cliente al brand.

3. Inviare newsletter su misura
L’account di ogni italiano è sempre più affollato di newsletter. Una newletter, per distinguersi, deve comunicare valore e, soprattutto, rispettare il principio della pertinenza: il messaggio giusto, alla persona giusta, al momento giusto e sul canale giusto. Sembra troppo? L’85% degli utenti internet dichiara di essere iscritto ad almeno una newsletter, ma, se interrogato, è pronto a ricordare di riceverne almeno 6. Chi riceve newsletter personalizzate è più stimolato a condividerne le promozioni sui social network.

4. Incuriosire e farsi subito riconoscere
L’oggetto della newsletter deve stimolare la voglia di leggerla, e mittente e oggetto devono essere immediatamente identificabili. Due italiani su 3 non aprono nemmeno la mail se non vengono catturati dall’oggetto e 3 su 4 la cancellano subito se non riconoscono il mittente.

5. Lasciarsi senza drammi
Cercare di tenere viva una relazione ormai finita si rivela controproducente. Chi riceve una newletter di un’azienda che non suscita più interesse spesso la cancella senza leggerla o la sposta subito nella cartella anti-spam. Il brand deve seguire 2 step: cercare di riattivare l’utente con offerte mirate; rimuoverlo dal database se non ottiene risposta. Vietato rendere difficile il processo di disiscrizione: meglio facilitarlo chiedendo, però, le ragioni che hanno spinto all’unsubscribe (Skype e Twitter insegnano).

 
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Pubblicato da su 29 luglio 2014 in Uncategorized

 

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