Riprendo da Marketing Journal un interessante articolo di V.Freni:
Esattamente 10 anni fa, il Washington Post si guadagnò il Premio Pulitzer raccontando la vicenda esemplare di Joshua Bell, vicenda che illustra come il valore degli oggetti e delle persone sia ben poco oggettivo ma dipenda dal contesto.
Joshua, allora 40enne, vestito semplicemente in jeans e camicia, si fermò all’entrata della stazione della metro a Washington, una delle più frequentate al mondo. Prese il suo violino e suonò per quasi un’ora, ma per quanto impegno avesse profuso in quella performance, fu praticamente ignorato dai passanti. Non ci furono applausi né espressioni di apprezzamento (Joshua riuscì comunque a “tirar su” ben 32 dollari).
Il suo violino, quello con cui aveva suonato all’uscita della metro, uno Stradivarius, valeva più di 3 milioni di dollari e lui era accreditato come il miglior violinista del pianeta. Solo pochi giorni prima si era esibito in contesto molto più prestigioso dell’ingresso della metro, la Symphony Hall di Boston, dove l’ingresso costava fino a 1.000 dollari.
L’improvvisato violinista della metropolitana raccontò di essersi trovato in una situazione per lui molto strana, mai gli era in precedenza capitato di essere tanto completamente ignorato nei suoi virtuosismi da violinista.
Per chi si occupa di marketing, la situazione dimostra che il valore di un’offerta può essere riconosciuta solo nella cornice adatta, altrimenti passerà di regola inosservato. Una situazione non proprio rara, ciascuno di noi in ambito professionale è tenuto a convincere gli altri della propria competenza, del proprio valore, della qualità dei propri prodotti e servizi.
E allora è chiaro che se desideriamo gli applausi, bisogna suonare almeno in un teatro.
Sergio
13 Maggio 2020 at 07:15
Bravo Stefano, bel trafiletto che fa riflettere, mai come oggi è importante la comunicazione.