«I segnali di risveglio ci sono. Ma per aiutare il lusso serve un ciclo di vita più lungo dei capi, non gli sconti»
Se i marchi inizieranno a presentare le loro collezioni fuori da un sistema organizzato, anche l’attività di pianificazione del budget per i retailer dovrà cambiare?
Che i marchi facciano meno collezioni o le mostrino in momenti diversi non è così importante come una supply chain ben gestita. I nostri processi di pianificazione e gestione oggi sono comunque organizzati su base continuativa, quindi siamo ben preparati per eventuali cambiamenti nel ritmo stagionale. La cosa più importante è che un prodotto di alta qualità abbia un ciclo di vita abbastanza lungo per instillare la desiderabilità nei consumatori. Abbiamo bisogno di tempo per celebrare il lavoro, l’arte, l’artigianato dietro i prodotti di lusso e non essere vittime di eventi promozionali e sconti, come accade negli Stati Uniti.
Ci sono Paesi che presentano particolari potenzialità o sfide dopo l’emergenza Covid-19?
Continuiamo a credere che i grandi mercati in Asia, ma anche gli Stati Uniti, abbiano un enorme potenziale per noi. A breve termine potremmo avvantaggiarci dal fatto che il turismo internazionale avrà bisogno di tempo per riprendersi e i consumatori acquisteranno online da casa. Ma la sfida più grande al momento è che i nostri clienti hanno bisogno di occasioni per fare acquisti, come matrimoni, party e eventi mondani. Pertanto speriamo che saranno presto in grado di acquistare nuovamente per questi eventi speciali.
commento:
Interessante l’osservazione “anti fast fashion” e la relazione stretta tra il mondo della moda e le attività social-mondane che potranno stimolare la domanda. Mytheresa sta aprendo a Monaco e quindi l’avvicinamento tra il mondo on line e l’off line si sta consolidando sempre di più.