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Dopo il greenwashing l’ethicwashing ?

28 Giu

La Coca Cola ha annunciato di non pubblicizzare i suoi prodotti sui social network e di essersi unita al boicottaggio di Facebook, Instagram, YouTube, Twitter e degli altri social media, promosso dalla campagna “Stop Hate for Profit”, accusati di non fare abbastanza per combattere la presenza di contenuti d’odio e razzisti nelle proprie piattaforme.

Il gigante americano ha detto che fermerà tutte le sue pubblicità sul digitale almeno per un mese a partire dal primo luglio.

“Non c’è spazio per il razzismo nel mondo e non c’è spazio per il razzismo sui social media”, ha denunciato il presidente e Ceo di Coca-Cola James Quincey in una nota, reclamando maggiore affidabilità e trasparenza.

Anche Unilever che vuol dire i gelati Algida, i dadi Knorr, il the Lipton, il detersivo Cif, solo per citare un pugno di marchi che si muovono dietro il colosso dei prodotti di largo consumo, si unisce al boicottaggio dei social network e venerdì ha scioccato Wall Street annunciando lo stop alla pubblicità su Facebook, Twitter e Instagram per il 2020.

Mossa che ha provocato un crollo del social network creato da Mark Zuckerberg dell’8,3% negli scambi di venerdì. Un bilancio assai negativo anche per il fondatore della compagnia tech: il peggior crollo degli ultimi tre mesi di scambi è costato un impoverimento da 7,2 miliardi di dollari, calcola Bloomberg, a Zuckerberg.

Il colosso anglo-olandese dell’alimentazione e della cosmesi ha spiegato che non farà più pubblicità su Facebook, Twitter e Instagram negli Stati Uniti almeno fino alla fine dell’anno, a causa di un “periodo elettorale polarizzato”. “I marchi hanno il dovere di contribuire a costruire un ecosistema digitale affidabile e sicuro. Ecco perché i nostri marchi non pubblicheranno più annunci su Facebook, Instagram e Twitter negli Stati Uniti”, ha dichiarato l’azienda in una nota.

Non è certo l’unico colosso multinazionale che si sta muovendo in questa direzione

Tanto che Facebook ha dovuto prender carta e penna per scrivere una nota difensiva: “Investiamo miliardi di dollari ogni anno per mantenere la nostra comunità sicura e lavoriamo costantemente con esperti esterni per rivedere e aggiornare le nostre policy”.

E ancora: “Ci siamo sottoposti a una audit sui diritti civili e abbiamo bandito 250 organizzazioni della supremazia bianca da Facebook e Instagram.

Gli investimenti che abbiamo fatto in Intelligenza Artificiale – si legge nella nota – ci permettono di individuare quasi il 90% dei discorsi d’odio su cui interveniamo prima che gli utenti ce li segnalino, mentre un recente rapporto dell’Unione Europea ha rilevato che Facebook ha esaminato più segnalazioni di hate speech in 24 ore rispetto a Twitter e YouTube.

Sappiamo di avere ancora molto lavoro da fare, e continueremo a collaborare con i gruppi per i diritti civili, il GARM e altri esperti per sviluppare ancora più strumenti, tecnologie e policy per continuare questa lotta”.

Al Gran Rifiuto, hanno aderito altrie multinazionali come Verizon, Patagonia e North Face

Commento: un mese di boicotto ? ma col l’uso sistematico che é stato fatto da politici scorretti dei social per vincere le elezioni e per modificare le opinioni, si dovrebbe poter boicottare per sempre. Ma poi arriva il ragionamento sulla libertà di opinione e tutto viene messo a tacere. L’UNICA SOLUZIONE POSSIBILE QUINDI é UTILIZZARE LA NOSTRA INTELLIGENZA, LA NOSTRA CAPACITÀ DI SAPERE PER NOI COSA SIA CORRETTO E COSA NO, INSOMMA RICOMINCIARE OGNUNO DI NOI A SVILUPPARE DEI CODICI MORALI !

 
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Pubblicato da su 28 giugno 2020 in Uncategorized

 

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