Dopo decenni di tecniche di Marketing classiche o cosiddette “push”, usate a partire dagli anni ’90, si è capito che il consumatore è totalmente cambiato in questi ultimissimi anni ed il tasso di cambiamento accelera col passare del tempo.
E questo perché il consumatore:
– è sempre più collegato al WEB;
– è sempre più abituato all’ADV classica;
– è sempre più informato (grazie al web);
– è “fluido/liquido”, cioè si sposta da una Media ad un altro con una facilità estrema;
– è molto più infedele alle marche e sperimentatore.
In questo contesto, la pubblicità classica viene diventa più un’attività di “Interruption Marketing”, cioè viene vissuta più come invasiva, fastidiosa che informativa. Ormai l’ADV classica non funziona più come in passato ed il relativo ROI, oltre ad non essere perfettamente misurabile, sta crollando nei valori assoluti. Conseguentemente, realizzare il cosiddetto “Engagement” del consumatore risulta sempre più difficile e complesso e, soprattutto, non più legato ai soliti Media tradizionali (TV, Radio, Stampa, Affissioni, ecc.).
Cambia quindi il consumatore e DEVONO, quindi, necessariamente, cambiare le regole di ricerca di contatto e relazione con lo stesso. I Consumatori attuali desiderano essere sorpresi, intrattenuti, divertiti ed infine coccolati. In una parola EMOZIONATI…!
Al riguardo, basta farsi una domanda: quanto siamo attratti dalle mille pubblicità (indoor ed outdoor) che ci bombardano di continuo durante la giornata? Anche i Marketing Manager che gestiscono campagne ADV per le proprie Aziende, quanta attenzione rivolgono all’ADV altrui? Eppure nel momento di sviluppo di una Campagna per la propria Azienda, utilizzando le stesse leve che usano le altre Aziende, quegli stessi Marketing Manager sperano che i risultati siano positivi…
Ovviamente, non si vuol dire che l’ADV classica sia morta, ma che da subito deve essere sempre più affiancata dalle tecniche dell’I.M., fino a poter diventare marginale. Per le PMI, poi, con Budget molto limitati, l’I.M. è già adesso la strada principale, quasi unica che va intrapresa. E ciò per evitare di buttare soldi dalla finestra in Campagne limitate nel tempo e nella qualità dei messaggi che fanno solo l’effetto “marmellata”.
La risposta ideale a questa esigenza di “Engagement Emozionale” del Consumatore (sempre più Digital), sta proprio nell’Inbound Marketing (I.M.). Made in USA nel 2005, è una modalità di Marketing che si basa sull’essere trovati da potenziali clienti (Outside-in oppure PULL), quindi, totalmente opposta alla modalità tradizionale, detta anche Outbound Marketing (Inside-out oppure PUSH) che è imperniata su un messaggio direzionato unicamente verso il cliente.
Infatti, l’I.M. è un Marketing 2.0, dove l’interazione con il Consumatore è molto sviluppata e quest’ultimo può anche dialogare con le Aziende. Cioè è in aperto contrasto con quanto fatto fino a pochi anni fa con un Marketing classico 1.0, dove il Consumatore era solo il destinatario di messaggi promo/pubblicitari mono-direzionali.
Con l’I.M. si passa dall’ Interruption al Permission Marketing: l’audience va conquistata fornendo contenuti interessanti e utili per il target di riferimento, non interrotta.
Le basi per l’I. M. sono sviluppare un Sito Aziendale con una “Landing Page” dove far “atterrare” i Visitatori ed un Blog, essere presenti sui vari Social (in primis Facebook ovviamente), avere contatti (se funzionali al Business d’appartenenza) con vari Bloggers e sviluppare un processo di CRM ed E-mail Marketing costante ed adeguato.
Per poter conquistare un Consumatore sempre più esperto, informato, traditore e distratto da mille imput, è assolutamente necessario “interessarlo”, cioè realizzare contenuti di qualità che lo stimolino, cioè che siano vicini ai suoi interessi reali e che non abbiamo il solo e principale scopo di permettere alle Aziende di far saper quanto “buoni e belli” siano i suoi prodotti…
Non basta dare valore a parametri apparentemente giudicati “attuali”, magari anche importanti come il numero dei “Like” sulla pagina Facebook oppure sul numero delle visite ricevute. Bisogna trasformare questo traffico web di Visitatori in Prospect, in Lead, poi in Clienti e, quindi, in Sostenitori. Tutte queste fasi sono gestite, guidate, monitorate dai vari strumenti dell’I.M., da questo enorme “Grande Fratello” che è oramai il Web.
Le Aziende stanno finalmente scoprendo quanto la pubblicità tradizionale impallidisca rispetto ai risultati “virali” di una buona Strategia di I. M.. Secondo l’annuale Report di Hubspot (la piattaforma mondiale più importante per la gestone dell’I. M. per le Aziende) con l’I.M. si raccolgono il triplo dei risultati rispetto ad una strategia di Marketing classica.
Un altro elemento stupefacente per l’I.M. è che funziona proprio per tutte le Aziende, indipendentemente dalla dimensione e dal settore di appartenenza, siano esse B2B oppure B2C. Anche le organizzazioni No-Profit la possono applicare. Basta calibrare e personalizzare i propri messaggi e struttura Web alla esigenze della propria clientela.
Insomma, una risposta a Budgets di Marketing sempre più limitati, scadenti e misteriosi in termini di ROI? L’Inbound Marketing è quella giusta
(tratto da Marketing Journal)