Ebbene si, c’é chi parla e chi agisce. Poi qualche dormiente dirà che non é giusto che Booking.com abbia successo …..
di seguito articolo tratto da Think with google:
Per comprendere meglio le esigenze dei viaggiatori LGBTQ+, Booking.com ha condotto un sondaggio per valutare le esperienze vissute dalla comunità. L’indagine conoscitiva ha rivelato che più della metà delle persone LGBTQ+ ha avuto un’esperienza di viaggio tutt’altro che all’insegna dell’accoglienza.
I risultati includono situazioni che magari non sono intenzionali, ma possono far sentire le persone sgradite o stressate durante le vacanze. Ad esempio, secondo il 20% degli intervistati, il personale riteneva che gli ospiti avessero bisogno di stanze o letti separati anche se facevano il check-in in coppia, mentre 1 su 5 ha sentito il bisogno di adattare il suo comportamento (e il 16% di modificare il suo aspetto) per evitare giudizi o interazioni imbarazzanti con il personale o i proprietari della struttura.
Aiutiamo la comunità LGBTQ+ a viaggiare con orgoglio grazie al progetto Travel Proud
Travel Proud costituisce una parte fondamentale del lavoro di Booking.com, cioè offrire esperienze più autentiche ai viaggiatori. Per le persone LGBTQ+ in particolare, Versteeg sostiene la necessità di mettere in discussione il significato di “un bel viaggio”. “In ultima analisi, una bella esperienza dovrebbe essere molto più che sicura. Quando valutiamo il nostro operato, ci chiediamo ‘L’abbiamo fatto per tutti?'”.
Alle altre aziende che intendono fare progressi simili in termini di diversità, equità e inclusione (DEI), Versteeg consiglia di iniziare in piccolo: “È bene innanzitutto capire quale obiettivo farebbe la differenza in un’organizzazione, e poi suddividere il percorso in tante piccole tappe. Va considerato come un viaggio continuo piuttosto che come una destinazione”.